Inseguendo Marco Polo: un viaggio tra significative sconfitte – Alessandro Cionco

In una grigia mattina d’agosto, il cielo plumbeo e compatto. Pioggia, tanta pioggia dalle grandi e calde gocce cadeva da un cielo così basso che lo si poteva toccare. I violenti e tiepidi tifoni estivi imperversavano nel Sud della Cina. Janez era alla ricerca del numero 120 di Queens Road Central, nell’ Isola di Hong Kong. La pioggia cadeva fitta e ritmica ma gradevole. Nessuna sensazione di freddo violento che pervadeva gli abiti di lana, ma un caldo umido che si espandeva tra il lino ed il cotone.
Janez arrivò all’ingresso del grattacielo che cercava. Uno dei tanti palazzi con cento e più piani di Hong Kong Central. Al sessantottesimo trovò l’insegna della società. Nell’anticamera prese in mano una piccola brochure dove erano scritte le regole generali dell’ufficio: il capo si divide tra Hong Kong, Cina ed Italia, non c’è cartellino per l’ingresso al lavoro, si inizia alle dieci e si finisce quando il lavoro giornaliero è terminato.
Janez, commentò, a bassa voce: Opportuno! L’ufficio era piccolo, mal arredato, decisamente poco moderno. Il soffitto basso, le pareti bianche e la moquette blu scuro in terra. Le scrivanie acquistate in una delle anonime catene di negozi cinesi a basso prezzo, le sedie con rotelle simili a quelle utilizzate dai doganieri in aeroporto ed una targa con scritto Advisory Firm. Nessun servizio, ad esclusione di un piccolo bar.
Da quella breve osservazione, era chiaro che la società fosse in fase di set up, e se tale status non fosse cambiato presto, Janez se ne sarebbe dovuto andare, non avendo il denaro sufficiente per sopravvivere più di un mese in una delle città, che durante i primi anni duemila era tra le tre più care del mondo.
Una cartina affissa alla parete raffigurava la posizione del grattacielo: era esattamente nel cuore dell’isola di Hong Kong, vicino a tutto quello che la città più vivace del sud est asiatico, poteva offrire.
Janez aprì la seconda porta e si presentò alle persone presenti in ufficio. Tutti i giovani manager si voltarono verso di lui e tra formali strette di mano si presentarono, e velocemente iniziarono a conoscersi. La prima impressione non fu positiva. Janez percepì un carrierismo deciso tra tutti i suoi colleghi, ed una presunzione ferma su posizioni d’appartenenza a famiglie, diverse da quella da cui lui proveniva.
Era evidente che quei giovani manager, specializzati in acquisizioni e fusioni entro breve avrebbero ricevuto un posto protetto trovato dalle loro amicizie, e per poter descrivere un curriculum più, cinematografico, rispetto a quelli costruiti tra parentele e grandi società, stavano trascorrendo quel periodo ad Hong Kong.