Estratto |
Ogni giorno migliaia di immagini si presentano al nostro sguardo e segnano in modo
perenne momenti della nostra vita e della nostra storia.
Immagini legate a fatti più o meno noti, a situazioni particolari, a momenti che
possano sembrare vuoti, senza senso, ma che nel tempo acquistano un significato e
un ruolo importante. Lo scorrere della vita quotidiana è di per se ricca di immagini:
sono immagini che non sempre allertano la nostra attenzione, nè, tantomeno,
rappresentano sempre uno stimolo per le nostre emozioni, ma comunque trovano
spazio nella nostra mente. Ed è la che fissano la loro dimora.
Le immagini che ci offrono i media -che ci accompagnano quotidianamente con lo
scorrere delle giornate- sonno forse quelle più potenti, quelle più incisive, quelle
che nella memoria tracciano solchi più profondi. Comunque in tutti i casi una cosa
è certa che l’individuo ha sempre sentito il bisogno di immagini, lo ha sentito e
lo ha espresso come una esigenza primaria, addirittura indispensabile, assumendo
un ruolo, che ha segnato la storia degli uomini: la COMUNICAZIONE. Volendo
trattare questo argomento da un punto di vista storico, possiamo ricordare i graffiti
e le pitture rupestre delle grotte di Lascaux, di Chauvet di Altamira e tante altre
ancora. Quindi non un semplice bisogno di “sfogo artistico” ma una esigenza di
testimoniare momenti particolari di vita quotidiana.
Negli anni -o meglio ancora nei secoli- che hanno preceduto la fotografia,
all’immagine è stato affidato il compito di illustrare momenti particolari della storia
sia essa religiosa che laica.
I risultati sono stati sempre mirabili; nulla poteva assolvere questa funzione e niente
poteva sostituire l’immagine in maniera così esemplare.
Ma nel parlare di immagine si finisce per toccare un argomento di vaste proporzioni,
perché si parte dal disegno, dalla pittura, dalla fotografia, per arrivare al cinema, al
teatro, alla danza ecc.
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