Estratto |
Franco era uscito sul balcone della sua camera per fumare l’ultima sigaretta. Cecilia, sua moglie, se la stava dormendo alla grande.
Poveretta, c’era da capirla: corri dietro ai pargoli tutto il santo giorno; non andate in acqua da soli, non mangiatevi la sabbia, attenti che disturbate il signore, non si mangia con le mani, il gelato più tardi, la bibita no, quel gioco è del bimbo lasciatelo stare, così vi sporcate tutti, non ho più cose da mettervi addosso, Franco dammi almeno una mano invece di startene fermo lì a prendere il sole.
E questa la chiamate una vacanza? pensava Franco.
Lui avrebbe avuto veramente bisogno di una vacanza, ma di una vacanza vera, rilassante, non di quel martirio dovuto all’esuberanza dei bambini ed alla conseguente stanchezza della moglie che lo trascurava.
Tutto l’anno in fabbrica, a lavorare come uno schiavo per mettere insieme quei pochi soldi che, uniti al salario di Cecilia, anche lei operaia, servivano a tirare avanti tutto l’anno ed a far sì che i piccoli potessero godere almeno di quella settimana d’aria di mare che, a detta dei medici, li avrebbe fatti crescere sani e forti.
Il futuro, poi, chissà cosa avrebbe riservato. Era il 1968, il ritorno in fabbrica, alla riapertura, si annunciava caldo, le lotte sindacali, appena sospese per le vacanze, sarebbero riprese con vigore ed avrebbero sicuramente lasciato il segno in molti di loro. Franco era di quelli che pensavano fosse giunto il momento di passare ai fatti, che di belle parole ne erano già state spese anche troppe. A suo parere non si poteva più accettare che il lavoro di molti fosse a tutto vantaggio di pochi. Lui era pronto a lottare, anche a rischio del posto di lavoro se fosse stato necessario per la causa comune dei lavoratori.
Tutto questo, però, al rientro a Torino.
Adesso sono a Rimini, pensava, e mi voglio godere questo bel posto pieno di vita, di sole e di belle donne.
Accese la sua sigaretta e gettò fuori il fumo nella calda notte d’agosto, godendoselo come non mai.
Appoggiò le braccia sul bordo del terrazzo e chiuse gli occhi per un attimo. L’aria era stupenda a quell’ora, fresca e rilassante. Franco aveva addosso solo la canottiera e dei pantaloncini da spiaggia. Quasi sentiva freddo, ma non se ne curava.
Sentì un lieve rumore provenire da sotto di lui. Allora aprì gli occhi. Fece appena in tempo a vedere una cicca di sigaretta che volava in mezzo alla strada. E vide il braccio che l’aveva lanciata nell’atto di ritrarsi. L’altro fumatore notturno abitava la stanza a fianco della sua. I balconi erano separati da un pezzo di vetro opaco sorretto da un’intelaiatura di ferro. Sporgendosi, si sarebbe potuto tranquillamente guardare sul terrazzo del vicino e, probabilmente, anche dentro la sua stanza.
Attraverso il vetro, Franco vide l’ombra di chi stava rientrando in camera, probabilmente perché l’aveva visto uscire ed aveva provato una sorta d’imbarazzo a dover dividere quell’ora tarda della notte con uno sconosciuto. Gli parve essere la sagoma di una donna, almeno a giudicare dall’altezza non eccessiva.
Continuò a fumare la sua sigaretta un po’ infastidito dal fatto di non aver potuto godere, completamente assorto nei suoi pensieri, quel momento che aveva creduto di totale solitudine.
Gettò anche lui la sigaretta in strada e rientrò in stanza.
Provò a svegliare Cecilia, perché l’aria frizzante gli aveva messo addosso una certa smania. Ma lei non ne volle sapere e si girò infastidita dall’altra parte del letto.
L’indomani, poco prima dell’ora di pranzo, Cecilia era sul terrazzo, intenta a stendere i costumi bagnati su di un filo che aveva appeso da una parte all’altra del balcone.
Franco la udì parlare con qualcuno. Guardò verso di lei e vide che si stava rivolgendo verso il balcone della stanza confinante, lo stesso dal quale, la sera prima, qualcuno aveva gettato la cicca in strada.
Uscì sul balcone, ma proprio in quell’istante chi stava parlando con Cecilia stava rientrando nella sua stanza.
“ Con chi stavi parlando?” chiese incuriosito alla moglie quando rientrarono.
“ Col nostro vicino, un simpatico signore di Verona. Sua moglie gli ha mollato la bimba piccola ed è andata sulla spiaggia a prendere il sole, perché dice che quando ha la bambina non può farlo. E la capisco, perché la bimba ha solo un anno e non sta ferma un attimo. Solo che adesso ha cominciato a piangere perché vuole la mamma e lui non sa più cosa fare per calmarla.”
“ Poveretto,” fu il commento di Franco.
“ Beh, quello è un uomo che dà una mano, mica come te, è fortunata la signora. Pensa se fossi io a chiederti di stare coi bimbi mentre vado in spiaggia da sola a prendere il sole.”
|
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.