Estratto |
CAP. 1 VERSO LA TUNISIA
L’ho incontrata la prima volta a Monastir, in Tunisia. Lo ricordo come fosse oggi. Mi aveva chiesto l’amicizia su Facebook ma ero curioso di capire perché una ragazza tunisina, giovane e bella, chiedesse l’amicizia a un vecchio marinaio come me. E allora, dopo avergliela accordata le ho posto la domanda. Mi rispose dopo qualche giorno, quando non pensavo più a lei. Mi disse che aveva letto i miei lunghi post, e le erano piaciuti molto. Le domandai allora se parlasse italiano per capirli e scoprii così che Facebook traduce i post nella lingua di chi li legge.
Non le feci molte altre domande ma venni a sapere che risiedeva a Monastir.
Io ero arrivato da due mesi in Tunisia e vivevo al porto di Yasmine di Hammamet, sulla mia barca, un Bavaria 42 piedi (13 metri) a vela con cui ero arrivato dall’Italia. Monastir era uno dei porti dove mi ero già prefissato di voler andare per trascorrere almeno un week-end. La conoscevo già, l’avevo esplorata, conoscevo la Marina (il porto turistico) e già avevo messo in programma di trasferirmici per il mio secondo anno di residenza in Tunisia.
“Beh allora la prima volta che verrò a Monastir ti mando un messaggio e ci conosciamo, va bene?”.
“Va bene”.
Ho sessantotto anni, alto un metro e 81 e ,dicono, di bell’aspetto. Capelli oramai bianchi tagliati corti e sono venuto in Tunisia 3 o 4 volte nei decenni precedenti per vacanze brevi, di una settimana, nei vari villaggi turistici distesi a pelle di leopardo sulla costa. Se il lavoro me lo avesse concesso ci sarei venuto anche di più, ma si sa che il lavoro nobilita l’uomo e lo rende schiavo.
Debbo confessare che ogni volta mi era piaciuta un po’ di più o forse il merito era dei villaggi gestiti dagli operatori italiani, che ti facevano trascorrere una settimana rilassante e scevra di pensieri all’insegna di bagni, giochi e musica
Ecco, il fatto di trascorrere una settimana tranquilla a solo un’ora di volo dall’Italia me l’aveva messa in simpatia ancor più di Sharm El Sheikh tanto osannata a tutti i livelli.
Poi, dopo almeno 10 anni in cui avevo rimosso questo paese dai miei pensieri, mi capita di trascorrere un estate intera in Sicilia navigando con la mia barca tra Palermo, le Eolie, lo stretto di Messina, Ustica, Malta, Siracusa, Catanie e le Egadi. Un estate meravigliosa. Un estate che ha stretto il rapporto tra me e la mia barca. Quella barca che era stata fin qui un sogno di 30 anni finalmente realizzato, con cui mi divertivo a trascorrere qualche week-end a Ponza, o farci qualche charter che riammortizzasse le spese che mi trovavo ad affrontare per la manutenzione, il rimessaggio e lo stazionamento in porto.
Insomma ci salivo sopra con qualche cliente o amico, ci andavamo a Ponza, a Ventotene, a Ischia o Procida, ci godevamo le isole e, una volta rientrati restava ormeggiata in attesa del prossimo charter.
E invece quell’estate del 2018 la mia barca è diventata anche la mia casa, il mio rifugio, il punto di partenza per escursioni sulla terra o in mare. Sei mesi meravigliosi ormeggiati di base entrambi al porto di Termini Imerese, passati insieme nelle acque della Sicilia. E che dire poi delle cene nei vari ristorantini nei porti e porticcioli. E la pasticceria Siciliana che non ha eguali. Ricordo ancora con rimpianto i cannoli che mi sbranavo nella piccola pasticceria artigianale di Termini Imerese dove mi recavo spesso a soddisfare la mia golosità. Ma si, vadano a quel paese il mio diabetologo e il mio diabete. Si vive solo una volta.
Sono andato ripetutamente alle isole Eolie, che già conoscevo per esserci arrivato due anni prima con tre amici, e poi sono andato ad Ustica per fare immersioni in quello che considero il più bel parco marino naturale del Mediterraneo.
Ah, che sbadato, ho dimenticato di presentarvela. La mia barca si chiama Puntoevirgola ed è un Bavaria 42 a vela del 2001. Un po’ attempata, direte Voi, ma la tengo come un gioiello e spesso la presento a tutti come mia moglie, perché come una moglie ha bisogno di cure e di interesse. Come una moglie pesa sul mio bilancio, ma come una bella moglie ti da soddisfazione e ti fa invidiare un poco da chi ti osserva in porto o in rada.
Ecco, è stata proprio quella meravigliosa estate del 2018 che ha consolidato il mio matrimonio con Puntoevirgola.
Ed è proprio ad Ustica, tra un immersione e l’altra, che ho fatto conoscenza con un tale che rientrava, anche lui in barca a vela, dalla Tunisia e che ha attraccato in porto accanto alla mia.
“Ah la Tunisia” gli dico, “potrebbe essere proprio la meta della mia prossima estate. Mi piacerebbe andare a scoprire le coste tunisine. Dimmi qualcosa, parlamene un po’. Dove sei stato?”.
“Ma tu non devi andare in Tunisia da turista” mi dice lui. “Tu sei pensionato. Tu ti devi trasferire a vivere in Tunisia e puoi addirittura chiedere la residenza in barca. Lì la vita non costa niente e gli ormeggi hanno prezzi ridicoli. Vivendo in barca non paghi nemmeno l’affitto di un appartamento. Vedrai che non te ne pentirai, anzi mi ringrazierai”.
Mi aveva messo addosso una curiosità che potrei paragonare solo alle pulci che ti si attaccano addosso: non te le togli più e ti svegliano la notte.
E così a fine gennaio ho preso un volo Alitalia e sono arrivato a Tunisi, ho affittato un auto in aeroporto per una settimana e sono partito per l’esplorazione.
Non poteva cominciare meglio visto che per il noleggio dell’auto all’aereoporto di Tunisi-Cartagine mi hanno chiesto solo 110 euro per una settimana e la benzina ho scoperto che costa 60 centesimi di euro al litro.
La prima base l’ho fatta ad Hammamet e qui ho conosciuto Ivano, che era in esplorazione come me e con cui tanto avrò da condividere in questa storia.
Era arrivato in Tunisia lo stesso giorno e con lo stesso mio volo, ci siamo conosciuti per caso ad Hammamet e abbiamo girato assieme tra Hammamet, Monastir e Port El Kantoui, i porti per me più papabili, per rendermi conto di come si vivesse e ho preso la decisione di realizzare questo mio progetto. E’ vero che avrei dovuto vivere in un paese arabo, ma in fondo ho girato il mondo intero fin da quando avevo 22 anni e mi sono sempre saputo adattare a tutto.
E poi quello che mi attirava veramente, come un barattolo di miele fa gola ad un orso, era il fatto che i porti e la vita tutta costano un terzo che in Italia. Niente più attenzione alle spese, niente più risparmi all’osso e niente più charter per pagare le spese della barca.
Perché non ve l’ho ancora detto, ma io vivo principalmente della mia pensione che ho maturato lavorando come steward presso l’Alitalia. Non è da fame ma non arriva ai duemila euro e anche se sono solo e vIviamo in un appartamento di mia proprietà la vita in Italia è cara arrabbiata e non ve lo devo spiegare io.
E poi avevo già trovato un amico simpatico e questo era già un ottimo punto di partenza.
Sono rientrato così in Italia e mi sono preparato a partire.
Una volta varata Puntoevirgola, che avevo lasciato in cantiere a Terracina per i lavori invernali di rimessaggio, faccio le valigie, riempio la cambusa e aspetto qualche giornata il bel tempo per affrontare la navigazione.
Prendo spunto da questo lungo viaggio, in tutto 4 tappe, per riprendere a scrivere, come facevo lo scorso anno, lunghi post su Facebook condividendoli con tutti i miei lettori, che nel frattempo erano diventati più di mille e continuavano a chiedermi notizie circa le mie avventure e le mie esperienze.
POST DEL VENERDI 22 FEBBRAIO 2019
Eccomi ancora in gioco, se mai gioco si possa chiamare. Perché non è un gioco navigare da solo a febbraio da Nettuno alla Tunisia.
Avrebbe dovuto accompagnarmi un amico di comprovata esperienza, ma purtroppo si è dovuto mettere a letto con l’influenza e me lo ha detto con rammarico.
E allora non mi resta che navigare da solo.
Si tratta di percorrere quasi 500 miglia in 3-4 tappe e il meteo non mi è molto favorevole, ma c’è qualcosa dentro di me che non so proprio spiegare che mi spinge a partire quanto prima possibile, senza attendere oltre.
Forse la voglia di riprendere il mare dopo la pausa invernale, forse la smania che mi dorme dentro e quando si sveglia non mi da tregua, forse la voglia di questa esperienza e questo cambiamento nella mia vita che ho deciso da poco e che affronto con curiosità e determinazione.
Ho deciso infatti di andare in Tunisia, ad Hammamet e di restarci per buona parte dell’anno. Insomma di fare quello che ho visto ultimamente in internet e in TV: il pensionato che fugge all’estero.
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