Pensieri e poesie – Filippo Alfarano

Introduzione alla vita

Sono il figlio delle mie torture, del mio passato melmoso, dei sbiaditi raggi di luce
fra il fumo della realtà.
Rinnegherò me stesso e sarà la nuova vita, uscirò verso la nuova dimensione.
Riprenderò la mia felicità fatta di sprazzi, di follia irrazionale, ma guidati ormai
nel miracoloso senso del progresso, che aumenterà fino all'esplosione…una
cascata di diamanti e rinascerò,
liberandomi delle nebbie della mente,
solcando un cielo terso senza raggiungere più l'orizzonte.
Vivrò domani?
Tutto e` niente…e niente…nient…si, le ultime forze sono andate, la fortuna ha
chiuso a chiave la porta della mia stanza senza finestre,
e solo una magica vibrazione allontana i fantasmi del mio corpo.
Neppure suoni celestiali aprono nuovi spazi alla mia immagine dietro cui la
tempesta copre il mondo sereno.
Neppure la voce del silenzio riesce più a raccontare le sue limpide storie,
velate a tratti da attimi di smarrimento.
E mentre i fiumi si allontanano dal mio arco visivo, lasciando posto alle mitiche
sorgenti di luce,
Io capisco quanto poco è pensare alla realtà,
mentre il mio intelletto lascia la volontà a smarrirsi nel tunnel del senso logico.
Nessuno e` tanto forte da rompere la nullità del mio sciocco e bastardo essere
per pensare che solo evanescenti nubi rosa riescono a reprimere i lunghi attimi
di Infinito.
Necessaria libertà, auto truffa masochista, hai avuto il tuo folle prezzo.
Ma ridammi il senso dei sospiri, affinché io possa alzarmi dal mio giaciglio
di erbe lunari e cogliere una margherita senza sconvolgermi nel collasso di quanto
ho recepito inconsapevolmente.
Non spegnerò la luce della sconfitta, il fuoco del rimorso non brucerà più la mia
anima nel rogo inestinguibile dei vortici infernali.
Se le mie facoltà sensitive recupereranno il loro posto primitivo e restituiranno
armonia al mio essere, per essere allora troverò quanto di dolcemente
contemplabile rimane in me
senza uscire dalla mia orbita.