Mario Serena classe 1949 vivo a Rossano Calabro, ma mi sposto di continuo tra Napoli, Roccaraso,Pavia,Piemonte, Sicilia, e saltuariamente Sardegna. Perché il legame che lega la famiglia è troppo forte per essere trascurato. Sono sposato con Mena e quest’anno festeggio cinquant’anni di vita insieme, ho tre figli maschi Luca, Alessandro Claudio e tre figlie acquisite, Stefania,Lucia, Sara. Sei nipoti Leonardo,Riccardo,Sara,Francesco,Atena,Nadia.
Chi ha letto i miei racconti e le note biografiche ormai di me sa quasi tutto. Di un argomento non ho quasi mai parlato, fu quando trasferito dal Comando Squadriglia al Nucleo Operativo di Nicastro Lametia Terme.
Una vigliaccata nei miei confronti, perché avrei dovuto essere trasferito in Campania, avendo già prestato servizio in Calabria per tre anni. Ma al destino non si sfugge e doveva essere così. Ma non è di questo che voglio parlare, ma di quello che feci nei tre anni. È perché decisi di congedarmi.
Il Colonnello Petralito Comandante del Gruppo di Reggio Calabria mi diede un incarico, investigare sotto copertura. I risultati arrivarono presto, grazie alla mia intraprendenza riuscii a catturare tre latitanti tra i più pericolosi. Purtroppo, una triste notizia sconvolse tutta l’organizzazione che avevo creato, Il Colonnello era deceduto improvvisamente.
Il Comandante della Compagnia dalla quale dipendevo colse l’occasione al balzo per punire forse il migliore sottufficiale al suo comando. Perché? Perché aveva fatto due figure di merda, la prima andando a spifferare di un sequestro di persona che io e i miei uomini stavamo monitorando, la seconda è che lui non era a conoscenza del lavoro che facevo sotto copertura. Facendo un’altra figuraccia davanti a tutti i sottufficiali della Compagnia, anche se ancora oggi non capisco come mai non era a conoscenza di quell’incarico.
In che consisteva la punizione? Abbassò le note caratteristiche classificandomi inferiore alla media. Se non fossi stato in servizio permanente effettivo avrebbero anche potuto congedarmi. E sicuramente non sarei diventato Maresciallo almeno nei prossimi sei anni con una perdita economica non indifferente.
Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso, infatti non avendo più alcuno stimolo decisi di trovare un’altra occupazione.
Fui l’artefice della creazione della prima costituzione dei servizi di sicurezza aziendali, con Franco Caramanico Responsabile Nazionale della Sicurezza e con Franco Ferrara successore alla guida della struttura, creammo l’organizzazione aziendale, unica in tutta Europa.
Di quello che si fece in quindici anni è risaputo, di come si giunse al mio licenziamento è stato detto, di come l’azienda accettò le mie dimissioni due anni dopo ne ho parlato. Ma non ho mai detto come abbia poi denunciato i miei detrattori. Inviai una lettera al Presidente dell’azienda raccontando per filo e per segno cosa aveva portato al mio licenziamento, il motivo? Mi ero rifiutato di favorire una società che elargiva tangenti a piene mani. Fu fatta piazza pulita e ancora adesso non so che fine fecero i miei accusatori, la classica vittoria di Pirro perché non rientrai in azienda, ma chiusa la finestra grazie al mio capo Franco Ferrara rientrai dal portone nel Gruppo Montedison. Con un incarico ancora più prestigioso.
Questi i testi delle mie pubblicazioni:
Io C’ero, L’uomo dai tre borselli, Nu Juorn Furtunat, Dal Trono alla Monnezza, Extraterrestri, Un uomo tranquillo, La Bettola del Buttero racconta, Da Marte alla Terra andata e ritorno, Storia di una famiglia di Napoletani, Romanzi nel cassetto, Io C’ero corretto e rivisto, Un amore impossibile, Un’ estate in girotondo, e in fine questo libro.
Ho pubblicato Immigrati testo sul problema dell’immigrazione e premiato con l’eccellenza Napoletana, ho scritto diverse poesie, e infine ho fatto registrare un breve filmato sulla mia famiglia, e adesso sto studiando musica per interpretare la canzone Ischia scritta da mio fratello Nino.
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