Le cronache di Loryen: La furia degli elfi – Clarissa Marconi

PROLOGO

Sono ormai passati secoli da quando l’oscurità regnava sovrana nel mondo di Loryen. L’era dei ghiacci era stata ottenebrata dalla malvagità di Serondyl.
A Loryen vi sono poche migliaia di persone sopravvissute alla sua tirannia. Uomini e donne così coraggiosi, oppure tanto stolti da osare sfidarlo.
Eroi, li chiama qualcuno.
I signori di Loryen, li chiamano altri.
Dinastie andarono perdute dopo la guerra, così come la maggior parte draghi e dei loro cavalieri, spettri e ninfe del lago Meyren e molte altre creature delle foreste di Nyhen e Fys.
Solo la speranza albergava nei cuori dei valorosi sopravvissuti. Speranze e sogni di giovani guerrieri pronti a dare anima, cuore e corpo, pronti a prendere il posto dei loro avi in battaglia.
I molti edifici che erano andati distrutti vennero ricostruiti, i poveri contadini vennero ospitati nei cancelli dei castelli dei nobili di Loryen.
Molti furono i giovani che si offrirono volontari per aiutare gli eserciti dei sette Regni.
Lord Gideon fu costretto ad abbandonare Thuryel, dato che gran parte della popolazione elfica era stata fatta schiava o sterminata dalle forze oscure di Serondyl.
Lord Kayridos di Nohs ospitò i pochi sopravvissuti nel suo regno, donando loro cibo e case, finendo per cedere il trono del regno a Gideon che seppe salvarlo dal crollo economico che subì dopo aver accettato tra loro gli Elfi.
I ribelli della foresta di Nyhen difesero i segreti custoditi nelle antiche cripte.
Lord Feryturn rafforzò le difese marittime e strinse un’alleanza, rivelatasi duratura nel tempo, con i ribelli di Nyhen.
Molti degli schiavi che Serondyl aveva catturato furono uccisi in seguito alla fatta in schiavitù, tutti tranne un elfo.
Eoyl di Thuryel. La donna fuggì costeggiando il fiume Dinyll giungendo nel piccolo e pacifico Regno di Nefen.
Non vi trovò volti amici, scoprì presto che anche quell’angolo di paradiso che non era ancora stato invaso totalmente era ricco di insidie.
Solo un ragazzo si rivelò disponibile ad aiutarla.
Era un giovane fabbro che viveva in cima ad uno dei cinque colli di Nefen. Il suo sorriso era vagamente malinconico, ma la sua gentilezza era sincera.
Col passare del tempo scoprì che tutto quello che le serviva era rimanere lì, al fianco dell’uomo che aveva saputo aiutarla e renderla felice.
Non molto tempo dopo, Eoyl ebbe notizia da Lord Gideon di essere rimasta l’unica della stirpe degli Elfi di Thuryel. La disperazione la tirò giù in un oblio senza fine, finché Avareth, il fabbro, la salvò di nuovo.
Le donò un figlio.
Eoyl non era più così disperata.
Pensò che con un erede, la stirpe di Thuryel forse aveva ancora qualche speranza.
Un ultimo guerriero che forse sarebbe stato in grado di sconfiggere ciò per cui lei aveva tanto lottato.
I tempi erano difficili e quando la creatura nacque, la vita dei due giovani cambiò radicalmente. Anche Eoyl dovette cominciare a lavorare per alleggerire il peso che gravava solo sulle spalle di Avareth.
Intanto la bambina cresceva, sicura e solare, si distingueva da tutti coi suoi capelli lunghi e corvini e gli occhi viola, giocando alla battaglia come tutti i ragazzini, ma mai avrebbe sognato che un giorno ne avrebbe condotta una.