Infanzia al rione Lanera di Matera – Vincenzo Nicoletti

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L’autore è nato Matera nel 1952 nel rione “Civita” dei sassi, in quel nugolo di case, case grotte, stradine e vicinati dell’ area rocciosa, sovrastata dalla bella Cattedrale, che separa i sassi Caveoso e Barisano. Nel 1958 la sua famiglia dovette lasciare la propria abitazione, in quanto assegnataria di un nuovo alloggio nel Rione Lanera, per dare attuazione alla “legge speciale per lo sfollamento dei
Sassi” del 17 maggio 1952, promossa da Alcide de Gasperi. Con questa legge si imponeva ai due
terzi degli abitanti della città, circa diciassettemila persone, di abbandonare le proprie case nei sassi, a causa delle molto degradabili condizioni igienico sanitare in cui si trovavano.
Quindi all’età di 6 anni insieme a tante altre famiglie materane e a tanti altri bambini si trovò a sperimentare, in un nuovo ambiente, il Rione Lanera, “ i confort della modernità” acqua corrente in casa, sanitari, luce, cose preziose allora e oggi scontate e a volte non sufficentemente valorizzate.
Il ritrovarsi per strada e nei nuovi spazi del rione dei tanti bambini provenienti dai “vicinati” e quindi con un retroterra culturale comune, ha favorito sicuramente la voglia di fare amicizia, di stare insieme e condividere tante esperienze di relazioni e giochi. Il libretto parte con una descrizione del Rione Lanera come si presentava alla fine degli anni “50 e inizi anni “60, con riferimento ai luoghi dove si svolgevano le attività ludiche, le abitazioni, gli spazi pubblici, le strade, le attività commerciali, le scuole, l’ Ospedale.
Sono menzionati nella descrizione dei luoghi alcuni personaggi singolari di quei tempi. Sono poi descritti alcuni luoghi nei dintorni del rione dove si svolgevano i giochi. Sono inoltre narrate alcune ricorrenze religiose e infine si racconta dell ‘arrivo delle prime televisioni nelle case.
Segue quindi una presentazione dei giochi più comuni descritti in maniera meticolosa nelle regole, a volte con immagini o foto, ma principalmente cercando di ricreare le atmosfere e le dinamiche di incontro e di svolgimento.
I giochi sono elencati e raggruppati nel modo seguente.
Giochi competitivi a squadre
Giochi competitivi individuali
Giochi di gruppo
Altri giochi non competitivi o di intrattenimento.

Peso 0.3 kg
Estratto

Premessa e ringraziamenti

In periodo di pandemia tra pizze pane dolci fatti in casa e ricerca di condividere esperienze nella forzata clausura mi venne in mente di provare a raccogliere i tanti ricordi del periodo della fanciullezza e adolescenza passati e condivisi con i compagni del Rione Lanera a Matera. Sono nato a Matera a metà del secolo scorso e qui vi ho passato gli anni fino alla gioventù. Ho lasciato Matera nel 1971 perchè avevo bisogno per intraprendere gli studi universitari, di una soluzione che mi rendesse autonomo dal punto di vista economico dalla mia famiglia. Mio padre era operaio tipografo e mia madre casalinga . Così sono finito in Toscana, ho fatto l'insegnante per 40 anni portandomi dietro fra le tante cose il bagaglio di esperienze e di relazioni e voglia di condividere nati e coltivati in quegli anni con i compagni di Lanera a cui va il mio primo ringraziamento. Alcuni ne menziono nel racconto dei giochi ma tutti li ricordo.
Quando ho parlato con alcuni di loro di questa mia idea la hanno accolta con grande interesse e gioia e questo mi ha dato più carica.
Come giocavamo? Intanto all'aria aperta, gli spazi non erano come oggi tutti occupati da quelle scatole metalliche, le auto, che “abbelliscono” i viali, i marciapiedi le piazze precludendoli non solo a qualunque tipo di attività ludiche ma anche solo a sedersi e guardare la gente passare. Ma non è un messaggio nostalgico che voglio trasmettere, quanto una denuncia a come ci siamo fatti condizionare nell'uso delle automobili e da certa pubblicità. Ne siamo diventati schiavi, con un uso quasi sempre individuale e anche per piccoli spostamenti all'interno delle città, provocando ingorghi e stress oltre che inquinamento dell' aria e spreco di energia. La scusante addotta è che spesso non c'é un tarsporto pubblico efficiente; si assiste quindi nelle nostre città, laddove non c'è un progetto di mobilità sostenibile, a un traffico caotico, code interminabili di auto insieme ad autobus spesso quasi vuoti, che accumulano ritardi e rendono il trasporto pubblico ancora più inaffidabile. Mi viene in mente questo paragone: trasportare una persona con un mezzo che pesa oltre 20 volte il suo, é un poco come cuocere un uovo al tegamino con una grande padella da ristorante con inutile spreco di olio e di energia.
Sarebbe logico e opinabile che specialmente nelle città ci fosse un servizio di trasporto pubblico efficiente e che fosse incentivato , il più possibile, il suo uso insieme a quello delle biciclette e all'abitudine ad andare a piedi. Più spazio a corsie riservate al trasporto pubblico, alle piste ciclabili e pedonabili, a scapito di quello destinato alle automobili. Questo contribuirebbe, inoltre, a diminuire il numero di auto in circolazione e liberare spazi , strade e marciapiedi per camminare ed incontrarsi. Quando, negli ultimi anni, portavo mio padre, quasi centenario, in passeggiate nel rione osservando le tante auto parcheggiate mi diceva in dialetto “ Vicinz, ma guord 'nzic, so chiù 'u mocn du cristionr, addò maggì frnesc?” (Vincenzo, ma guarda un poco, sono più le automobili delle persone, di questo passo dove andremo a finire?). Lui non aveva la patente e si è sempre spostato o a piedi o con i mezzi pubblici.
Tanti nostri comportamenti oggi, poco virtuosi, vanno in direzione opposta a quelli che dovremmo avere per contrastare la crisi ecologica e ambientale. Tanto possiamo fare per correggerli, con la sola consapevolezza che abbiamo il dovere di farlo per il futuro dei bambini di oggi.
Ma torniamo ai giochi descritti. Nel farlo ho cercato di ricreare la atmosfera e la vitalità e gioia che li anticipavano e accompagnavano.
Per alcuni ho buttato giù dei versi per mio divertimento.
Li chiamo giochi e attività “sostenibili” nel sottotitolo perchè propongono attività fisiche e motorie che si svolgono all'aria aperta e in ambienti non strutturati, perchè propongono relazioni tra pari in libertà, perchè usano materiale semplice povero riciclabile e stimolante per la creatività; inoltre non promuovono l'accumulo di giocattoli, con i conseguenti problemi di smaltimento e quel modello di consumismo incontrollato, usa e getta, che è all'origine forse dei nostri problemi ambientali più seri.
Diversi giochi ho ricordato, ma sicuramente tanti ne mancano e sarei felice se mi arrivassero suggerimenti da compagni e altri che leggeranno queste righe.
Ringrazio prima di tutto il compagno Giuseppe Gambetta che ha contribuito, in maniera rilevante, con puntuali correzioni e integrazioni scientifiche, storiche e naturalistiche, al paragrafo sulla descrizione del rione Lanera e in merito alla narrazione su alcuni personaggi del rione. Grazie a Donato Scorca per alune foto e per la filastrocca “una è la luna…” e tutti gli altri compagni che mi hanno incoraggiato.
Per quanto riguarda i riferimenti bibliografici l'unico testo cui ho attinto è stato il libretto di Francesco Rivelli: CASA E PATRIA ovvero IL DIALETTO E LA LINGUA, Guida per i Materani Ed. Matera Tipografia Conti 1924.
Questo simpatico libretto contiene oltre che un piccolo vocabolario dal dialetto materano all'italiano, anche alcune regole grammaticali e di sintassi del dialetto, coniugazione di verbi in materano, proverbi, giochi più comuni, nomi, qualche poesia e un racconto.

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