Il futuro passato – Tiziano Leggi

L’inverno a Washington D.C. è freddo, l’aria scivola sulla pelle come ghiaccio. Il grande palazzo dell’FBI si staglia sicuro sull’orizzonte della città e all’interno le persone si muovono rapide nei corridoi, ma in una stanza il tempo sembra essersi fermato.
«Allora signor Harrison, vuole o no parlare con noi?»
L’uomo, il signor Harrison, è seduto e calmo, sulla sessantina, capelli brizzolati di media lunghezza, aspetto trasandato e un fisico non propriamente atletico gli conferiscono un aspetto del tutto normale, solo gli occhi non sembrano normali. Gli occhi, due sfere nere immerse in un bianco opaco, senza vita. Occhi che sembrano guardare in un pozzo profondo, anzi il suo sguardo sembra provenire da un pozzo profondo. Cosa mai avrà visto o fatto il signor Patrick Harrison e perché si trova nella stanza degli interrogatori? Perché è ammanettato al tavolino e perché l’FBI lo sta torchiando?
«Ma insomma, volete dirmi perché mi trattenete contro la mia volontà e perché mi avete ammanettato?»
L’agente che sta conducendo l’interrogatorio sa per esperienza che l’uomo che ha davanti potrebbe dire molto, ma sa che non vuole raccontare altro, oltre a quello di cui sembrerebbe essere stato, per quanto da egli detto, soltanto un involontario testimone. Forse certe cose ti cambiano la vita e forse la sua vita è cambiata il giorno che ha conosciuto quello che ha detto chiamarsi Jimmy Logan. Un uomo? No, per Patrick non poteva essere un uomo, era un demonio, un essere malvagio che compiva atti malvagi e sembra temerlo davvero molto. Ma è mai esistito tale uomo? Le domande sono tante e le risposte sembrano non esistere, solo nebbia tra grigi palazzi.
«Allora signor Harrison ricominciamo da capo. Come ha conosciuto quello che descrive come un essere malvagio, questo Jimmy … come ha detto che si chiama?»