Ci risiamo. La mia vita e il cancro – Francesco Colosimo

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Il libro è un lucido racconto di quello che accade nel corpo, nella

mente e nel cuore di chi scopre di avere una malattia terribile

come il cancro, che in questo caso ha un nome che fa già tremare

Macroglobulinemia di Waldenström, una malattia rara, descritta

dall’autore con puntigliosa precisione medica.

Il racconto rivela l’attenzione particolare che si sviluppa nel

malato di cancro, assetato di conoscere tutto della malattia: tempo,

decorso, cure, difficoltà da affrontare.

Il libro è un diario nel quale Francesco descrive quasi

quotidianamente e con precisione tutto, simile ad un medico che

spiega al paziente quello che sta avvenendo nel suo corpo; per cui

lo scritto assume una funzione informativa e divulgativa, che può

risultare molto utile innanzitutto a chi, come l’autore, si trova ad

affrontare una malattia che sconvolge la vita.

La cosa che, tuttavia, colpisce di più di questo uomo, è la forza

della vita che, in un’altalena di domande continue, esprime anche

quando si dichiara debole, meno resiliente rispetto alla prima volta

che ha dovuto affrontare il cancro – perché Francesco già nel 2008

ha dovuto affrontare un tumore al retto.

Tutte le conseguenze, che sei cicli di chemio gli hanno

dolorosamente procurato, in effetti non sono riuscite a fiaccare il

suo spirito.

Francesco, poi, non considera solo le sue sofferenze, non rimane

chiuso nel suo dolore, ma pone grande attenzione a tutto quanto

gli accade intorno: all’incidente della moglie, ai disagi che procura

al figlio, al fratello ma anche a quanto accade nel mondo ed

esprime le sue teorie sulla guerra, sulla difesa dell’ambiente.

Addirittura – nonostante tutta una serie di dolorose ferite manifeste

nel suo fisico debilitato – si reca a fare la spesa ed a cucinare,

quando la moglie è impedita dall’ingessatura al braccio.

Certo nelle sue parole c’è ansia per il suo futuro incerto, ma egli

parla continuamente con Dio e, con coraggio, affronta il problema

del male; si chiede con serenità ed audacia se il male che accade è

dovuto ad un progetto universale di Dio, al destino oppure alle

scelte sbagliate dell’uomo.

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Estratto

In questi anni la mia vita non è stata esaltante, né tanto meno sempre appagante, molte privazioni ma, nonostante tutto, ricca anche di tantissime soddisfazioni. Pesantemente aveva influito inizialmente sul mio morale tanto da destabilizzarmi il pensionamento quasi obbligato dalla gestione fisiologica che non mi permettevano di stare a lungo lontano da casa. Aver abbandonato i colleghi ed il lavoro con le sue tantissime soddisfazioni avevano lasciato un vuoto.
Il lavoro aveva rappresentato non solo un mezzo di sostentamento, ma anche una fonte di identità, di gratificazione sociale e di routine quotidiana. L’andare in pensione aveva stravolto completamente le mie abitudini.
La mia vita era stata improvvisamente sconvolta per la mancanza di contatti sociali
regolari e per il cambiamento del proprio ritmo di vita.
Altro invece sono state le due lauree di Massimo, l’inserimento immediato nel mondo del lavoro, dove lo abbiamo visto crescere professionalmente ed economicamente passando da una piccola azienda di informatica a molto più grosse e di caratura nazionale fino ad arrivare in BNL prima ed in CDP adesso. Stimato ed apprezzato da colleghi e superiori sta raggiungendo le più alte vette curricolari con impegno e dedizione.
L’acquisto della casa a Ciampino, il matrimonio con la carissima ed impareggiabile Imma, due splendidi nipotini, Francesco dolcissimo sensibile e buono come il pane, Ludovica sveglia, furba, intraprendente e vivace, tale e quale suo papà alla sua età.
Bellissime ed indimenticabili le domeniche trascorse a pescare in barca con mio fratello Mario. Eravamo diventati bravissimi ed il pesce fresco, nei periodi in cui si poteva uscire in mare, non c’è mai mancato.
E poi gli ultimi anni col mio carissimo amico professore Pino.
Una persona eccezionale, grande cuore, umanità e lealtà imprevedibili. Ottimo sindaco ed apprezzato consigliere provinciale, molti in paese hanno di lui un pregevolissimo ricordo.
Purtroppo, se ne è andato troppo presto, il male incurabile, in poco tempo lo ha tolto all’affetto dei suoi cari e dei suoi amici.
Mi manca sinceramente tanto, dopo la sua perdita, il tempo che passa per me non è più lo stesso. Anche al suo ricordo dedico questo libro.
La Diagnosi
Macroglobulinemia di Waldenström:
è questa la mia malattia che mi ha costretto ad affrontare nuovamente dopo quello per il tumore al retto avvenuto nel 2008, il duro cammino previsto dall’immunochemioterapia per ridurre il più possibile il cancro e tornare a vivere una vita per così dire normale. E qui voglio essere il più preciso possibile per non incorrere in errore o raccontare solo per sentito dire.

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